
Corale progetto Teatro Stabile dell’Umbria da Roma a Preci
Ad agosto riparte Corale, il progetto del Teatro Stabile dell’Umbria, con il sostegno della Regione Umbria e del MiBact, in collaborazione con il Comune di Preci. Quattro anni fa, con l’idea di ricucire la ferita profonda tracciata dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016, il gruppo di Corale,composto da artisti, danzatori, attori e progettisti culturali, ha organizzato in questi anni una serie di residenze ed eventi, esplorazioni del territorio, installazioni e performance, feste paesane, laboratori di differenti discipline, con la volontà di ricreare un sistema di azioni condivise e nuove abitudini grazie al quale la popolazione, costretta ad abbandonare il paese storico, potesse ritrovare il proprio senso di comunità.
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“Una camminata pensata, desiderata e immaginata come traccia nella terra, – spiega Leonardo Delogu – come solco che segna quell’urgenza di mettere in relazione, di condurre al dialogo il centro e la periferia, la città e il paese, la capitale e le aree interne. La camminata intesa come gesto artistico/politico (nella più alta accezione del termine) sarà al tempo stesso processo di attraversamento e sperimentazione volto a una progettualità futura, ma anche viaggio nella memoria recente di cosa è stato il progetto Corale in questi anni»
Immaginiamo Corale 2020 come un viaggio di riscoperta e traduzione del progetto, attraverso un’immersione dentro alla creazione collettiva di questi anni con l’intento di creare una restituzione editoriale grazie a una scrittura coraleche sia al tempo stesso opera di narrazione, ma di per sé esperienza artistica e umana. Una ricerca di sintesi che nel processo creativo cerca di connettere arte e paesaggio, comunità locale e comunità temporanea di viaggiatori, donne, uomini e luoghi, umano e selvatico, sperimentando e lavorando sulle tematiche del viaggiare lento e dell’ospitalità.”
“Corale ha visto molti artisti umbri arrivare nelle zone del cratere con un progetto fortemente innovativo che concorre alle più importanti esperienze di pratica collettiva nazionale e internazionale- dichiara il direttore del Teatro Stabile Nino Marino–. In stretta relazione con gli abitanti di Preci gli artisti hanno voluto provare a trasformare il disagio del terremoto in un’opportunità di aggregazione, partecipazione, gioco e arte. Un’esperienza di cui siamo particolarmente orgogliosi perché artisti e cittadini, arricchendosi reciprocamente, hanno costruito qualcosa di intimo e intangibile che è alla base di ogni rapporto umano e motore della rinascita.”
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