
Celebrazioni benedettine a Norcia, come bussola della nuova Europa
NORCIA – Con il ritorno a casa della fiaccola ‘Pro Pace’ in Piazza San Benedetto, martedì 20 marzo si sono aperte le celebrazione in onore di San Benedetto, patrono della città e d’Europa. La luce di benedetto è stata accesa durante un’ emozionante cerimonia sabato 24 febbraio, dai resti della Basilica e, dopo essere stata benedetta da Papa Francesco, ha raggiunto Berlino. Dal suo rientro in Italia, la staffetta dei tedofori ha percorso circa 320 km a piedi, lungo il cammino di San Benedetto, che unisce le tre città di Norcia, Subiaco e Cassino.
Il viaggio è stato documentato in un video proiettato prima dell’arrivo tedofori che ne ha immortalato i momenti salienti. Allo spegnersi delle luci del centro storico, la staffetta fa il suo ingresso da Porta Romana scortata dai bambini delle scuole di Norcia e delle società sportive, insieme ai podisti di Norcia Run; i marciatori Simbruini di Subiaco e rappresentanti dell’ Esercito Italiano e della Protezione Civile.
Ad attendere la fiaccola sotto al monumento di San Benedetto, il Sindaco di Norcia, Nicola Alemanno; l’ Arcivescovo di Spoleto – Norcia, Renato Boccardo; il Commissario straordinario, Paola De Micheli; la Presidente dell’ assemblea legislativa dell’ Umbria, Donatella Porzi e numerosi sindaci della Valnerina.
“Celebriamo con viva emozione il ritorno della fiaccola a Norcia e, dopo il sisma del 2016, ogni anno cercheremo di riannodare i fili anche per le festività benedettine” ha detto il Sindaco Nicola Alemanno, dando il benvenuto ai presenti. “La regola di San Benedetto e l’opera che i monaci portano avanti deve rappresentare la bussola della nuova Europa, questo è stato sottolineato nel suo intervento anche dal Presidente del Parlamento tedesco Schauble.
Tutti noi siamo stati percorsi da un brivido perché queste parole le abbiamo desiderate e auspicate da tanto tempo; lo scorso anno pronunciate al Parlamento Europeo dal Presidente Tajani, quest’anno in Germania, rendendo sempre attuale il messaggio di San Benedetto. La fiaccola a Berlino – conclude Alemanno – è stata anche testimonianza di libertà; quella libertà conquistata dalla capitale tedesca che quest’anno festeggia il maggior numero di giorni in cui è libera rispetto al periodo in cui era divisa dal muro”.
Nel suo intervento di saluto la Presidente Porzi fa riferimento ai bambini e come “da essi occorre ripartire”. Mentre Mons. Boccardo si sofferma sulla solidarietà arrivata nei mesi dell’emergenza “un balsamo che lenisce le ferite de terremoto.
Auspico che la fiaccola rischiari questi gesti di e permetta di acquisire una cultura della solidarietà, che ci unisca gli uni agli altri e, con responsabilità, ci consenta di costruire qualcosa che rimanga nel tempo, riconoscendoci come amici e fratelli”. A trarre le conclusioni il Commissario per la ricostruzione che prende ad esempio la ‘fatica’ dei podisti. “Correre significa avere tanta pazienza per raggiungere risultati importanti, non avendo paura della fatica.
Quando si affronta la salita come quella di ricostruire un paese bellissimo come Norcia – dice – non bisogna avere paura di faticare, anche se si dovessero incontrare degli ostacoli”. Al termine lo spettacolo piro musicale ha concluso la giornata. Il 21 marzo, giorno della festa, si è aperto con la sfilata del corteo storico San Benedetto di Norcia, ha sfilato insieme ad una rappresentanza del corteo ‘Perugia 1416’.
La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo Boccardo e al termine ha guidato la processione per le vie del centro storico, con la reliquia del Santo.
Nell’omelia l’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha sottolineato come le disposizioni di S. Benedetto contenute nella Regola non pretendono l’impossibile, sono realistiche, tengono conto dei limiti umani, sono attualissime, con indicazioni preziose anche per i politici di oggi e per la loro azione di governo: «L’indole comunitaria del monastero benedettino – ha detto mons. Boccardo – ha favorito nella popolazione lo sviluppo di precise caratteristiche umane e sociali: l’aiuto fraterno, l’accoglienza e l’ospitalità ai viaggiatori, l’attenzione ai poveri di ogni tipo, sono tra gli elementi della Regola di Benedetto che in Italia come altrove si tradussero in cultura popolare. Infatti, tra queste nostre contrade è nato il pensiero che ha fatto grande la civiltà europea. Senza Benedetto, senza Francesco, che Europa sarebbe? Senza i Santi che hanno reso l’Umbria bella e famosa, cosa saremmo diventati? Quello che purtroppo stiamo diventando: uomini e donne sradicati, apparentemente forti e invece fragilissimi, incapaci di distinguere il giorno dalla notte, il vero dal falso, il bene dal male. Ma se tutto è interscambiabile, non siamo mai costretti a scegliere. E un essere umano che rinuncia alla quotidiana necessità di compiere una scelta che determini e qualifichi il suo cammino continua a regredire in umanità».
Nelle parole del Presidente della Conferenza episcopale umbra non poteva mancare un cenno al terremoto che ha distrutto la Valnerina nel 2016: «Il sisma non solo ha provocato gravi danni al patrimonio artistico e ambientale, ma ha creato anche una cesura tra il passato e il futuro. Si sono persi i punti di riferimento, non si riconoscono più i luoghi familiari dove si è vissuti: è qualcosa che dagli occhi passa al cuore e si trasmette al cervello; è come l’Alzheimer di una comunità. Perché il terremoto – attraverso le ferite prodotte al paesaggio, agli edifici pubblici e privati, alle opere d’arte – ha ferito il cuore e la mente delle persone, ha reciso di colpo le radici: quello che si credeva solido è crollato, quello che credevamo nostro non esiste più. Si sopravvive, certo, ma si tratta di una sopravvivenza segnata da una amara sterilità e continuamente minacciata e ferita dal peso invincibile delle burocrazie e – Dio non voglia – da grossi giochi di potere e di interesse realizzati sulle spalle della gente. L’annuale celebrazione di San Benedetto ci aiuti dunque a rinnovare – ha concluso mons. Boccardo – un patto sociale e civile, a riscoprire le buone ragioni dello stare insieme, a resistere alla tentazione dello scoraggiamento e della delusione, a non lasciarci abbattere dal moltiplicarsi dei segni di logoramento, visibili anche quando lo spazio pubblico si configura come palestra di scontro con l’avversario e non di proposizione di idee, come abbiamo dovuto tristemente constatare nelle ultime settimane sul palcoscenico italiano».
Al termine della Messa c’è stata la processione con la reliquia di S. Benedetto per le vie di Norcia.
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