
Terremoto, Zingaretti, zona sisma diventi economicamente speciale
«La grande sfida è che tutta la zona del sisma diventi zona economicamente speciale». Cosi’ il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, a Norcia per partecipare a un incontro pubblico con i cittadini terremotati, in cui ha raccolto le istanze sulla ricostruzione assieme al candidato alla presidenza della Regione Umbria Vincenzo Bianconi. Per il leader dem il decreto terremoto, che sarà approvato domani in Consiglio dei ministri «può essere una svolta, perché nasce dalla discussione nelle assemblee pubbliche, con cittadini e commercianti».
Il decreto affronterà la questione della semplificazione, ha ribadito il segretario, ma accanto a questo occorre «una legge sulla zona economicamente speciale e investimenti sulle aree interne, per fare in modo che venire qui a produrre ricchezza sia più conveniente e non svantaggioso, per intercettare le opportunità che il mondo offre. Se non lo facciamo noi, lo fanno altri paesi europei».
«Fare impresa, produrre ricchezza, aprire un bar in Italia è un incubo. Dobbiamo prendere atto che in 10-15 anni l’Italia è diventata troppo complicata. L’affastellamento delle leggi ci fa stare in un Paese in cui in troppi decidono e in troppi controllano chi decide. Occorre aprire il capitolo ‘Italia semplice’». E’ quanto afferma Zingaretti.
A proposito della necessità di una semplificazione, ha aggiunto: «L’affastellamento di norme di per sé non garantisce la qualità urbana e del paesaggio – riferendosi proprio alla ricostruzione post sisma – ma spesso permette a chi non e’ onesto di fare il furbo e alla persona onesta di rimanere imbrigliata nell’affastellamento. Là si rovina il rapporto tra il cittadino e lo Stato».
«Bisogna ricostruire la speranza. Questa è la vera grande sfida che abbiamo davanti, non bisogna aver paura di guardare negli occhi le persone, vedere il dolore e la preoccupazione, le paure rispetto al futuro». Zingaretti ha risposto così a una domanda dei giornalisti sulla ricostruzione delle zona terremotate.
«Abbiamo alle spalle l’esperienza di Salvini, che è bravissimo a raccontare i problemi ma il peggiore a risolverli – ha aggiunto -. Hanno lasciato in eredità debiti, balle e bugie. Bisogna voltare pagina, perché raccontarli e’ semplice, risolverli è più difficile. Loro non ci sono riusciti».
E parlando poi di elezioni ha detto: «Per me gli avversari stanno a destra, non certo in questo campo di forze. Affrontiamo i problemi senza personalismi, perché in gioco c’è il futuro della democrazia italiana».
Commentando con i giornalisti le dichiarazioni del premier Conte, che ieri ha detto che «chi non fa squadra è fuori dal governo» scatenando la reazione di Luigi Di Maio, il leader dei dem ha aggiunto: «Il Pd combatte per ridare una speranza a questo Paese. Ieri il centrodestra si è riunito – ha ricordato – le regioni italiane sono elette con il sistema maggioritario. O si riorganizza un campo di forza alternativo oppure noi regaliamo l’Italia a Salvini».
E infine: «Il voto in Umbria è un test che può ridare speranza agli umbri. Checché se ne dica, la scelta nuova è Vincenzo Bianconi, perché non è un burattino pilotato o diretto da Roma. La posta in gioco è se la comunità riprende a combattere Bianconi è la scelta nuova, quella che serve per un segnale di cambiamento. C’è bisogno di riaccendere l’economia».
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