Ore 7,41 di un anno fa, la scossa di 6.5, oggi 30 ottobre 2017 l’Umbria ricorda

Si sono ritrovati in alcune decine, in piazza san Benedetto a Norcia alle 7,41 precise, per ricordare che è già passato un anno

Ore 7,41 di un anno fa, la scossa di 6.5, oggi 30 ottobre 2017 l'Umbria ricorda

Ore 7,41 di un anno fa, la scossa di 6.5, oggi 30 ottobre 2017 l’Umbria ricorda

NORCIA – Ore 7.41 di un anno fa il terremoto più forte. Le campane hanno suonato e poi, in un grande silenzio pieno di emozione, i monaci benedettini hanno intonato il canto “Veni Creator”. Si sono ritrovati in alcune decine, in piazza san Benedetto a Norcia alle 7,41 precise, per ricordare che è già passato un anno dalla grande scossa di terremoto di magnitudo 6.5 che, allo stesso orario del 30 ottobre 2016, sconvolse il capoluogo della Valnerina ed altri centri dell’Umbria, come Preci, Cascia e Castelluccio. In piazza, insieme al vescovo, Renato Boccardo, ed ai rappresentanti delle istituzioni, anche molti dei volontari impegnati nell’emergenza dopo il sisma.

La campana posizionata in una torre di legno dinanzi la concattedrale di S. Maria ha richiamato il silenzio alle 7.41; quindi i monaci benedettini hanno avviato la preghiera col canto del Veni Creator; poi, la lettura del Vangelo della casa costruita sulla roccia, l’omelia di mons. Boccardo, le preghiere dei fedeli e ancora i monaci benedettini col canto del Te Deum.

Nella sua riflessione l’Arcivescovo ha indicato tre verbi che aiutano a cogliere il senso di questo momento: ricordare, sognare, imparare. «Ricordare – ha detto il Presule – non significa semplicemente richiamare alla memoria una parola o un avvenimento lontani nel tempo; significa anche e soprattutto rivivere, rendere attuale, rinnovare. E tutti noi conserviamo davanti agli occhi la scena della mattina del 30 ottobre 2016, quando tutto tremava e crollava, e la gente di Norcia, impaurita e disorientata, si raccoglieva in questa piazza e, in ginocchio, guardava la facciata della Basilica di San Benedetto e pregava. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo… Qui abbiamo fatto esperienza della nostra fragilità e della nostra impotenza davanti alle forze della natura. Ricordare significa ancora celebrare la vicinanza, la solidarietà, l’aiuto, che in questi dodici mesi ci ha circondato come in un abbraccio.

L’abbiamo riconosciuto più volte: non ci siamo mai sentiti soli! Al di là di parole e gesti altisonanti, c’è stato tutto un fiorire di iniziative, pubbliche e private, generose e discrete, che ci ha permesso di gustare  la condivisione e la fraternità e ci ha sostenuto nella ripresa». Il secondo è sognare: «I mucchi di pietre – ha detto mons. Boccardo – nei luoghi dove sorgevano case, aziende e chiese ci ricordano le nostre radici.

Da queste radici, che rimangono incancellabili perché fanno parte di noi, siamo obbligati a guardare al domani con fiducia, nonostante tutto. Il sogno che coltiviamo è quello di vedere non soltanto i muri messi in sicurezza, le macerie numerate e accumulate o portate in discarica, le promesse moltiplicate e rimaste incompiute, le richieste legittime relegate su qualche tavolo, ma una vera e propria e concreta ricostruzione delle case, delle aziende e dei monumenti che muova risorse e intelligenze e permetta di affrontare il peso delle giornate (e dell’inverno che si avvicina) con la garanzia della sicurezza e della stabilità.

Sogniamo una azione corale e decisa per sconfiggere la delusione e la rassegnazione; sogniamo che per salvare le pietre perché considerate quasi intoccabili non si rischi di farle cadere sulle persone; sogniamo che l’emergenza sia presto dichiarata conclusa perché ognuno avrà potuto fare ritorno alla propria casa e ritrovato il proprio lavoro e le proprie relazioni».

E infine imparare: «Abbiamo imparato – ha detto l’Arcivescovo – che non siamo i padroni del mondo e che, nonostante i progressi giusti e necessari della scienza e della tecnica, non possiamo prevedere, gestire ed orientare il corso degli eventi naturali e aggiungere nemmeno un minuto al tempo della nostra vita (cf Lc 12, 20); abbiamo imparato che tanti patrimoni accumulati con anni di sacrificio e di fatica non sono necessariamente garanzia di sicurezza e invulnerabilità; abbiamo imparato che lo stare insieme e il condividere quello che si ha è una forza capace di riscaldare il cuore e di far superare litigi e incomprensioni; abbiamo imparato che i gesti gratuiti della solidarietà sono capaci di rinsaldare il tessuto sociale rendendolo ricco in umanità e di farci guardare all’altro, al vicino non come ad un concorrente ma come ad un amico e fratello.

E continuamente impariamo che sono poche le cose che contano davvero nella vita, che le dobbiamo ricercare con costanza e conservare con attenzione, perché quella è la nostra vera ricchezza, il patrimonio che non è esposto a nessuna minaccia generata dall’insipienza degli uomini o dalla forza della natura».

Al termine del momento di preghiera a Norcia mons. Boccardo si è recato a Cascia dove ha celebrato Messa nella Basilica di Santa Rita per ringraziare tutti le associazioni di volontariato che in questo anno si sono affiancate alla gente della Valnerina. Poi, è andato di nuovo a Norcia, al centro di comunità della Madonna delle Grazie, per inaugurare un grande prefabbricato che servirà per le attività parrocchiali.

“Un gesto semplice, ma carico di un profondo sentimento di riconoscenza, per dirvi grazie di cuore per ciò che avete fatto. Per quanto ci siete stati vicini, sin dalla primissime ore di quel drammatico 30 ottobre dello scorso anno”. È quanto ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta questa mattina a Norcia, alla cerimonia di ringraziamento a tutte le donne e gli uomini intervenuti in soccorso delle popolazioni colpite dal sisma, organizzata dal Comune di Norcia, insieme alla stessa Regione Umbria, cui hanno partecipato, oltre allo stesso sindaco della città, Nicola Alemanno, anche la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Donatella Porzi, presente il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e l’ex Capo Dipartimento, Fabrizio Curcio.

I riconoscimenti sono stati consegnati ai rappresentanti dell’Esercito, Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Copro Forestale, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, Protezione civile nazionale e regionale, personale delle Soprintendenze,  Regione, Province, Comuni, dei tanti Corpi dei Vigili Urbani, del sistema scolastico pubblico e di tutte le altre strutture pubbliche intervenute nella fase di emergenza e quelle successive, di assistenza alle popolazioni e messa in sicurezza del territorio e degli edifici.

“Grazie alla vostra solidarietà, al vostro straordinario lavoro – ha aggiunto Marini -, non ci siamo mai sentiti soli. Il vostro operato non è stato solo di grande professionalità, competenza e senso del dovere, ma è stato soprattutto carico di grande umanità. In quelle ore nei nostri cittadini, in noi tutti, c’era paura e preoccupazione e non eravamo nemmeno nelle condizioni di poter comprendere fino in fondo quali erano stati in drammatici effetti del nuovo, fortissimo terremoto”.

“Ed in quelle ore la macchina del soccorso, della protezione civile – ha detto la presidente Marini – è partita immediatamente, mettendoci nelle condizioni di poter subito pensare ad assistere le migliaia di persone rimaste senza casa. E successivamente, sempre la vostra costante presenza, il vostro operato svolto con serietà e professionalità, ci ha aiutati ad assumere anche tutte le decisioni che dovevamo prendere, sia per la gestione dell’emergenza, della messa in sicurezza e poi anche per l’avvio della ricostruzione. Per tutto questo a nome delle Istituzioni, ma anche di tutte le comunità di questa terra, rinnovo a tutti voi il mio grazie”. La presidente della Regione Umbria in precedenza era intervenuta alla preghiera in piazza San Benedetto, alle 7.40, ora del sisma.

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