Avviso di garanzia Alemanno, grazie Presidente Catiuscia Marini, questa è classe

Pur di altra parte politica rispetto a quella del Sindaco non si è chiesta "cui prodest?" e ha preso decisamente posizione a favore dell'operato del Sindaco, Sergio Recchi: "Grazie Presidente: questa è classe"

Avviso di garanzia Alemanno, grazie Presidente Catiuscia Marini, questa è classe

del direttore,
Marcello Migliosi
Erano le 17 e 23 minuti del 14 ottobre 1997.
Una scossa di terremoto di 5.5 Richter con epicentro Sellano-Preci fece crollare il Torrino del palazzo comunale di Foligno. Quel 14 ottobre, oramai lontano nel tempo ma emozionalmente vicino, ci mostrò il dolore di un sindaco: Maurizio Salari. Il Primo Cittadino di Foligno, abbracciato ad un vigile del fuoco, piangeva come un bambino: “Non era solo bello – disse -, era qualche cosa di più, era la nostra speranza contro questo terremoto, la speranza che continuava a resistere, scossa dopo scossa”. Noi eravamo lì!

Il sindaco in una città, in quelle realtà poco più che paesi è un po’ come, di Guareschiana memoria, il punto di riferimento, il perno umano, sociale e non solo politico dove ruota l’intera comunità. Sì un po’ come a Brescello la gente si stringe attorno al suo sindaco, al suo parroco, al suo vescovo, soprattutto in caso di drammi e di calamità.

Cosa se ne può sapere cosa passa nel cuore e nella mente di un sindaco quando la sua città, le città vicine, i borghi, i caseggiati i casolari crollano…paura, terrore, non solo! Emerge forte il senso di responsabilità. 

Non importa se sei di Sinistra, né di Destra, non importa chi ti ha “sponsorizzato”, in quel momento il Sindaco è solo come un pugile è solo sul ring di fronte ad un avversario furioso e incontenibile, con la differenza che non deve difendere solo sé stesso, ma deve occuparsi dell’intera comunità, compresi i suoi cari.

Di lacrime dei sindaci, nel corso di questa nostra esperienza giornalistica di oltre trent’anni, ne abbiamo viste tante, soprattutto di fronte alle tragedie. Anche quelle della terribile notte della prima scossa del 24 agosto del 2016 ore 3:36:32. Poco dopo da Radio 3, mentre ci recavamo verso la Valnerina, in auto sentimmo il pianto del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. “La mia Amatrice non c’è più, aiutatemi”.

Poco dopo facemmo una telefonata alla Nostra presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Era già in auto, stava correndo anche lei verso la magica terra della Valle del fiume Nera, col suo grosso fardello sulle spalle: la responsabilità di migliaia e migliaia di persone.

Lo stillicidio è stato infernale, scossa su scossa, crollo su crollo, responsabilità che si accumulavano, fino ad arrivare all’acme della forza del Leviatano, il 30 ottobre, alle 07:40, il terremoto raggiunse una magnitudo di 6.5.

Come un vento atomico si portò via di tutto, vite, case, chiese, monasteri, animali e sogni. Per fortuna la nostra Umbria fu risparmiata dalla morte, ma piazza San Benedetto, la meravigliosa piazza dedicata al Santo d’Europa sembrava un campo di battaglia, macerie ovunque…era uno scenario di guerra.

Noi, lì, in quella piazza nei tempi successi di lacrime ne abbiamo viste altre e abbiamo visto anche quelle della Presidente Catiuscia Marini. Accanto a lei c’era il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, e di lacrime ne ha versate anche lui.

Per la verità come arriva la Governatrice, meglio chiamarla Presidente, il Primo cittadino c’è sempre, impegni permettendo. Si è creato un notevole affiatamento e se ne fregano tutti e due del fatto che una è del Pd e l’altro di Forza Italia. Bene, meglio così, così ci piace! Funziona meglio, perché si vuole il bene della gente.

Norcia, come avemmo a dire più volte, è diventata, suo malgrado, la “capitale della riscossa e della rinascita” del dopo terremoto. L’avviso di garanzia a Nicola Alemanno è il classico colpo che ti lascia “groggy“, il classico cazzotto che ti arriva quando meno te lo aspetti e da dove non te lo aspetti.

Quello che ci ha colpito, moltissimo, è stata l’immediatezza con la quale Catiuscia ha preso “carta e penna” e ha scritto un post, di getto, sul suo profilo Facebook. Lo ha fatto immediatamente dopo che Nicola Alemanno aveva raccontato a Claudio Sebastiani dell’Ansa di aver ricevuto un avvisto di garanzia.

E dopo il post della Presidente si è scatenato l’inferno. Il web è insorto, i cittadini di Norcia difendono il loro sindaco. Uno su tutti, lo riportiamo, si chiama Sergio Recchi, dal suo profilo un ex bancario del Monte dei Paschi di Siena, vive a Norcia.

«Vi trascrivo il post pubblicato dalla Presidente della Regione Umbria Catuscia Marini – scrive – in merito all’avviso di garanzia emesso dalla Procura di Spoleto a carico del Sindaco di Norcia Alemanno. Intanto mi sembra doveroso dare atto alla Presidente della sua onestà politica, intellettuale  e umana sulla vergognosa vicenda. Pur se espressione di altra parte politica rispetto a quella del Sindaco Alemanno lei non si è chiesta “cui prodest ?” e non solo non ha strumentalizzato la vicenda, ma ha preso decisamente posizione a favore dell’operato del Sindaco Alemanno,  definendo la vicenda quale “beffa” e pronta alle dimissioni. Grazie Presidente: questa è classe!!!».
Recchi poi si è spinto oltre, nel mentre nelle redazioni cominciavano ad arrivare fiumi di parole di solidarietà per Nicola Alemanno.
Alemanno che abbiamo sentito al telefono: “Non arretro di un centimetro – ha detto – io continuo a lavorare per realizzare gli altri centri di protezione civile”.  Il sindaco parla anche della Presidente: “L’esternazione di Catiuscia Marini – dice – credo che possa, in qualche modo, riassumere lo stato d’animo e il disorientamento di tutti i cittadini e anche del mondo delle istituzioni. Ho ricevuto attestati di solidarietà da tutta Italia, dai sindaci al presidente nazionale dell’Anci, dai politici, dalle istituzioni. Sono tutti – sottolinea – estremamente disorientati”. Parla poi del caso in sé e dice: “Quand’anche una ordinanza non sia così chiara, ma non è il mio caso – precisa – perché siamo in linea con il disposto della Protezione civile, ma è possibile che dall’altra parte non ci si ponga minimamente il problema di quello che una cosa così può comportare?”.
Nicola Alemanno, poi, precisa che “noi, ai sensi dell’articolo 6 dell’ordinanza 394 -, non solo stavamo realizzando il centro di Ancarano, ma abbiamo determinato in sede di comitato istituzionale  e poi in cabina di regia nazionale con il capo dipartimento della Protezione civile, di utilizzare i fondi degli sms solidali per realizzare altri cinque centri come quello che loro hanno sequestrato”.
Su questo stato di cose ora si aggiunge un altro tipo di problema: “Il donatore – riferisce Alemanno – è una fondazione di Rovereto (Trento) e ho paura che se ne vada e che lasci lì la struttura incompiuta. Hanno già comunicato che ‘stiamo chiudendo il tetto e comincerà a nevicare, qui si rovina tutto, cosa succede poi dopo?'”.
Sull’indagine si pronuncia poco ma dice che: “Io credo ci sia un equivoco di fondo, credo sia sfuggito qualche cosa”, pur sottolineando la stima profonda che ha per i due magistrati.
Ora, più che mai però, si impone una riflessione profonda. Lo Stato deve poter dire con chiarezza ai Sindaci cosa possono o non possono fare: “Non è possibile – afferma – sentirsi dire tu fai poi dopo vedremo, ciò che possiamo o non possiamo fare deve essere chiaro da prima”.
Per quanto lo riguarda come sindaco e come persona Nicola Alemanno dice che “continuo a lavorare come ho fatto dal primo giorno e continuerò così per realizzare gli altri cinque centri e per far realizzare alle altre frazioni che hanno ricevuto i fondi le strutture di protezione civile. Se io avessi avuto questi centri realizzati durante i primi giorni dell’emergenza non avrei dovuto montare mense, bagni, tende e ricoveri per la mia gente”.
Ricordiamo bene Ancarano immersa nel fango, laddove la Prociv aveva posizionato le prime tende. Ricordiamo perfettamente Diego Zurli (Regione Umbria, ma su Norcia c’è in quasi in pianta stabile Valentino Valentini) che quel mattino disse (erano i primi giorni) portiamo subito della ghiaia ed è lì che sorge il centro, lo stesso che adesso è sotto sequestro e il cui tetto non può essere terminato.

1 Commento

  1. Ringrazio Valnerina Oggi nella persona del suo Direttore Marcello Migliosi del bel servizio ma anche di avermi immeritatamente citato: non ho reagito io ma il mio cuore e il mio cuore augura ai due magistrati, uome e donna, (l’ho scopertpo oggi) di trovarsi prima o poi nella medesima condizione dei miei concittadini e di doversi pulire i propri culetti all’aperto e d’inverno, come è toccato agli abitanti di Ancarano! Naturalmente mi auguro che vengano immediatamente destiuti per incapacità e insensibilità professionali e umane. Nella migliore delle ipoteci spero che vengano trasferiti in qualche archivio polveroso del ministero a fare compagnia ai topi!

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*