Emergenza predatori: CIA Umbria sostiene allevatori di Chianina il crescente numero di lupi minaccia l’attività zootecnica

il crescente numero di lupi minaccia l'attività zootecnica

Emergenza predatori: CIA Umbria sostiene allevatori di Chianina il crescente numero di lupi minaccia l'attività zootecnica

Emergenza predatori: CIA Umbria sostiene allevatori di Chianina
il crescente numero di lupi minaccia l’attività zootecnica

Emergenza predatori – In Valnerina e oltre, la crescente presenza di lupi sta causando un’emergenza per gli allevatori di Chianina e per l’agricoltura zootecnica umbra. La situazione è così critica che gli allevatori non affrontano più il problema di lupi solitari, ma di branchi feroci che attaccano i loro allevamenti, causando gravi danni alle loro mandrie. Questa è la testimonianza di Luigi Filipponi, un allevatore di Chianina affiliato a CIA Agricoltori dell’Umbria, residente a Macenano, nel cuore di Ferentillo.

I dati del primo monitoraggio nazionale del lupo (2020-2021) condotto da Ispra indicano che la popolazione di lupi in Italia è aumentata a 3.300 individui. Questa crescente presenza di lupi sta colpendo duramente gli allevamenti più responsabili che permettono al bestiame di pascolare in modo semi-brado, garantendo il benessere animale e la sostenibilità ambientale.

Negli ultimi cinque anni, la media annuale di attacchi dei lupi è stata di 113 denunce, con danni stimati intorno ai 157.000 euro. Questi danni sono in costante aumento, con il 2022 che ha segnato un picco. Nel 2014, ad esempio, ci sono state 401 denunce con danni stimati a 351.000 euro, rispetto alla media annuale di 176 denunce e 177.000 euro di danni durante l’intero periodo dal 2003 al 2022.

A complicare ulteriormente la situazione, c’è la crisi che sta colpendo la carne di Chianina, con un aumento dei costi di produzione e una diminuzione dei prezzi di mercato. Gli allevatori si trovano quindi in una situazione difficile, con prezzi di vendita in diminuzione, mentre gli indennizzi per gli attacchi dei lupi sono insufficienti a coprire le reali perdite subite. La Regione non offre alcun risarcimento se l’animale risulta disperso durante un attacco di predatori, il che accade spesso.

Mario Illuminati, membro del comitato esecutivo di CIA Umbria e responsabile regionale per la zootecnia, ha sottolineato che le sole compensazioni finanziarie non possono essere la soluzione unica. In tutta la regione, ci sono aziende agricole che integrano la produzione di mangimi con l’allevamento, ma subiscono danni causati dai cinghiali. Questa situazione richiede una risposta più ampia e coinvolge gli agricoltori e gli allevatori nella definizione di soluzioni.

Illuminati ha anche menzionato l’aumento dei costi energetici e dei mangimi come ulteriori sfide per il settore zootecnico. Se questa crisi non troverà una soluzione, potrebbe portare allo spopolamento delle aree rurali dell’Umbria, con conseguenze sull’ambiente naturale e sul turismo.

La situazione attuale richiede un approccio olistico per proteggere sia gli allevatori che gli equilibri naturali della regione.

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