Casa Ancarano, i legali Alemanno: “Condannato come un comune delinquente”

Casa Ancarano, i legali Alemanno: “Condannato come un comune delinquente”

Casa Ancarano, i legali Alemanno: “Condannato come un comune delinquente”

“In qualità di legali del Sindaco di Norcia per il procedimento a suo carico denominato ‘Casa Ancarano’, preso atto della sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Spoleto, non possiamo esimerci da alcune considerazioni”. A dirlo con una nota stampa sono i legali di Nicola Alemanno, gli avvocati Luisa Di Curzio e Massimo Marcucci.

“Il Giudice – scrivono – ha ritenuto fondato l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Spoleto, seppure solo in parte, riducendo le pene richieste da quest’ultima e disponendo la demolizione dell’opera e non anche la confisca della medesima. Certamente il primo rammarico è rivolto all’organizzazione della giustizia che consente il trasferimento di un processo, alla vigilia della sentenza, a un giudice diverso rispetto a quello che lo ha gestito dall’assegnazione, ha sentito i testimoni, ha interloquito con i consulenti, insomma ha avuto modo di ‘vivere’ il processo, e non di ‘trattare’ un fascicolo”.

“Non è nostro costume commentare le sentenze e non lo facciamo nemmeno questa volta – aggiungono -. Non può però non rilevarsi che macroscopici appaiono fin da subito alcuni errori che nulla hanno a che vedere con uno stato di diritto, ragion per cui, una volta lette le motivazioni, sarà immediatamente nostra cura presentare appello alla corte d’Appello di Perugia. Come ha rilevato anche il collega Brunelli la sentenza è in contrasto con il diritto e con la giustizia. Si valutano i fatti come se si fosse trattato di comportamenti in tempo ‘ordinario’ e non durante una delle più importanti emergenze che il nostro Paese ha dovuto affrontare nel dopoguerra. Un evento che per dimensione del danno, estensione territoriale e caratteristiche non ha eguali in Italia. Una sentenza che mina alla base l’agire dell’intero sistema della Protezione Civile Nazionale. Chi si attiverà più, con propri atti in deroga, sulla base del disposto delle Ordinanze del Capo Dipartimento di Protezione Civile, se questi, assunti in momenti straordinari e contingenti, vengono poi riletti da altri zelanti funzionari dello stesso Stato, e considerati, a ‘tavolino’ non applicabili? Neppure sono valse le dichiarazioni del Capo Dipartimento della protezione Civile, Angelo Borrelli, unico a poter fornire l’interpretazione autentica di una sua Ordinanza.

Ed infine: “Il rammarico è per coloro che oggi, cercando di dare risposta ai bisogni della popolazione colpita dal sisma, rispondendo ad una fortissima richiesta di solidarietà, ha operato nel solo e precipuo interesse di quelle, nel tentativo di offrire loro un concreto argomento per scegliere di restare in luoghi così difficili anziché abbandonarli, e oggi si ritrova condannato come un comune delinquente in ragione di una diversa interpretazione di due organismi dello stesso Stato”.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*