
Approvato il progetto da 1,85 milioni a Piedivalle
Via al ripristino – La Cabina di coordinamento del sisma 2016 ha autorizzato il progetto di ripristino della centrale idroelettrica situata nella frazione di Piedivalle, nel territorio comunale di Preci. L’impianto, inutilizzabile dal 2016 a causa dei gravi danni riportati durante il terremoto che colpì l’Appennino centrale, potrà essere finalmente oggetto di un intervento di recupero. Il progetto approvato prevede un investimento complessivo pari a 1.850.000 euro e rappresenta un tassello rilevante nella strategia di rilancio economico e produttivo dell’area.
La centrale, prima del sisma, era attiva nella produzione di energia idroelettrica e rappresentava una risorsa concreta anche per il bilancio comunale. Dopo il sisma, a causa delle lesioni strutturali rilevate all’interno dell’edificio dove si trovano le giranti, è stato necessario interrompere l’intera attività produttiva. La paratoia di presa venne chiusa e l’intero impianto venne svuotato dell’acqua, arrestando il funzionamento del sistema idrico e bloccando ogni forma di produzione energetica.
Con l’approvazione del progetto, si apre ora la possibilità concreta di restituire piena operatività alla centrale, con benefici sia sul piano economico che su quello infrastrutturale. Il finanziamento garantirà il recupero dell’edificio danneggiato, il ripristino degli elementi meccanici e la messa in sicurezza dell’intero impianto idraulico, riportando alla funzione originaria una struttura che da anni è ferma e in attesa di interventi.
Il progetto si inserisce tra quelli considerati strategici dalla struttura commissariale della ricostruzione post-sisma, guidata da Guido Castelli, che ha ribadito in più occasioni come sia prioritario non solo ricostruire gli edifici residenziali, ma anche promuovere il ritorno delle attività produttive nei territori colpiti. L’impianto di Piedivalle, in questo senso, è visto come un esempio concreto di ricostruzione funzionale e integrata, in grado di riattivare un motore economico locale e offrire nuove prospettive al Comune di Preci.
Il valore economico della centrale, infatti, non era legato soltanto alla produzione di energia pulita, ma anche alla sua funzione come fonte di entrata stabile per il bilancio municipale. Riattivarla significherà non solo migliorare l’autonomia energetica locale, ma anche rimettere in moto risorse utili per i servizi alla cittadinanza, in un contesto dove ogni iniziativa di recupero può fare la differenza.
Nel contesto della ricostruzione post-sisma, Preci è uno dei Comuni che più hanno patito l’isolamento infrastrutturale e le difficoltà nel rilancio economico. Progetti come quello di Piedivalle rappresentano quindi elementi chiave per invertire la tendenza e riportare fiducia nella possibilità di una ripresa stabile e duratura. La centrale, realizzata negli anni precedenti al sisma come investimento sostenibile e lungimirante, aveva costituito un punto di riferimento nella produzione di energia rinnovabile a livello locale, collegandosi alla più ampia strategia di transizione ecologica.
Con l’inizio del cantiere, saranno attivati anche servizi di sorveglianza tecnica e monitoraggio strutturale, per garantire il rispetto dei parametri di sicurezza e delle normative ambientali. La ripresa dell’attività produttiva sarà preceduta da una fase di collaudo e test, durante i quali saranno verificate tutte le componenti meccaniche e idrauliche. Solo al termine di questa fase, la centrale potrà essere nuovamente messa in funzione a pieno regime.
L’intervento, coordinato dagli enti preposti alla ricostruzione e con il contributo dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria, rappresenta un esempio di come sia possibile coniugare la tutela del patrimonio pubblico con il rilancio dell’economia locale. La collaborazione tra istituzioni, in particolare tra Comune di Preci, Regione Umbria e Commissario alla ricostruzione, ha permesso di superare gli ostacoli burocratici e tecnici che per anni avevano rallentato l’avvio del progetto.
L’obiettivo finale resta quello di garantire un rilancio stabile e autosufficiente per i piccoli centri montani dell’Appennino, che vedono in ogni opera di ricostruzione una possibilità per mantenere viva la propria identità territoriale. La centrale di Piedivalle, una volta tornata in funzione, potrà quindi diventare non solo un simbolo di ripresa, ma anche una fonte concreta di sviluppo e sostenibilità per l’intera comunità.
La conclusione dell’intervento, secondo la stima preliminare, è prevista entro il 2026, compatibilmente con le condizioni tecniche e ambientali. Nel frattempo, l’avvio del cantiere segna un passo significativo per l’intera Valnerina, che continua a lavorare per uscire dalle conseguenze del sisma e guardare al futuro con maggiore solidità.
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