Fondo montagna dimezzato, Uncem chiede risorse urgenti

Fondo montagna dimezzato, Uncem chiede risorse urgenti

Legge in Aula, a rischio 100 milioni per le aree montane

Il disegno di legge sulla montagna, oggi all’esame della Camera dei Deputati, prevede una modifica sostanziale alla struttura del Fondo nazionale per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT), riducendo di fatto le risorse annualmente destinate alle Regioni e agli enti montani. La proposta normativa, che si avvia verso l’approvazione in prima lettura prima del passaggio al Senato, riscrive la destinazione del fondo, stabilendo che, a partire dal 2025, il 50% dei 200 milioni previsti venga assorbito direttamente per finanziare le misure contenute nel nuovo impianto legislativo.

Una prospettiva che desta forte preoccupazione tra gli amministratori locali e le organizzazioni di rappresentanza territoriale, prima fra tutte l’Uncem, Unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani. Riunitosi ieri a Vallo di Nera, in provincia di Perugia, il Consiglio nazionale dell’ente ha ribadito con fermezza la richiesta al Governo e al Parlamento di individuare nuove risorse, evitando tagli che rischiano di compromettere la vitalità e la coesione delle aree interne e montane del Paese.

Alla riunione ha partecipato anche la coordinatrice della delegazione umbra, Agnese Benedetti, sindaca del piccolo borgo appenninico. Da Vallo di Nera è giunto un chiaro appello all’Esecutivo affinché non venga interrotto il percorso avviato negli ultimi anni con la progressiva assegnazione di 200 milioni di euro annui alle Regioni, a partire dal 2023. Risorse che, come ha evidenziato Uncem, hanno permesso alle amministrazioni locali di attuare interventi fondamentali per contrastare il dissesto idrogeologico, favorire la permanenza delle imprese sul territorio e promuovere iniziative contro lo spopolamento.

L’Umbria, ad esempio, ha già programmato per il 2024 un utilizzo di oltre tre milioni di euro, destinati a una gamma articolata di misure che spaziano dalla messa in sicurezza del territorio alla promozione delle attività economiche locali. L’inserimento, nella nuova legge, di incentivi per giovani imprenditori, medici e insegnanti attraverso agevolazioni fiscali è stato accolto con favore, ma secondo l’Uncem non può avvenire a scapito del finanziamento strutturale agli enti montani.

Il timore principale espresso dall’associazione è che, dimezzando le risorse disponibili, venga meno la capacità operativa dei Comuni montani di rispondere alle esigenze dei territori. Una preoccupazione che riguarda anche la sostenibilità dei progetti avviati negli ultimi anni grazie al supporto statale. Inoltre, il testo all’esame della Camera contiene disposizioni in materia di “abrogazioni” che, secondo Uncem, cancellano fondi attribuiti proprio all’associazione per attività di formazione rivolte agli enti locali e per l’accompagnamento operativo delle Strategie delle Green Community, previste dalla legge di bilancio 2020.

Uncem chiede che si apra un confronto tra i ministri competenti, in particolare Roberto Calderoli e Raffaele Fitto, per trovare un’intesa che consenta di salvaguardare e potenziare il fondo. Secondo l’associazione, entrambi i ministri hanno competenza su aree montane e interne e possono intervenire per assicurare una copertura finanziaria adeguata.

La discussione parlamentare di oggi arriva in un momento delicato per le comunità montane italiane, sempre più alle prese con fenomeni di abbandono, invecchiamento demografico e riduzione dei servizi essenziali. Le risorse pubbliche, evidenzia Uncem, rappresentano un presidio necessario per mantenere vivi i territori e garantire alle popolazioni residenti pari diritti e opportunità rispetto alle aree urbane.

La legge in discussione, pur introducendo elementi innovativi, rischia così di tradursi in un arretramento sul piano delle politiche territoriali se non sarà accompagnata da un rafforzamento delle dotazioni finanziarie complessive. Uncem ribadisce che lo sviluppo delle aree montane non può essere perseguito senza investimenti continui e stabili.

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