
Fede e pace, monito dall’Umbria per il mondo
La città di Norcia ha celebrato con solennità la festa di San Benedetto, suo figlio illustre e patrono d’Europa. In un contesto di ricostruzione post-sisma del 2016, la celebrazione ha assunto un significato particolare, unendo la devozione religiosa alla speranza di rinascita.
Sotto l’imponente statua del Santo, situata a breve distanza dalla Basilica che ne custodisce il luogo natale (la cui riapertura è prevista entro la fine dell’anno), l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica.
Alla cerimonia hanno partecipato numerose autorità civili e militari, tra cui la presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Stefania Proietti, e una folla di fedeli. Hanno concelebrato i sacerdoti della Pievania dei Santi Benedetto e Scolastica, don Marco Rufini e don Davide Tononi, don Davide Travagli della Pievania di Santa Rita a Cascia e don Luciano Avenati, parroco emerito dell’Abbazia di S. Eutizio.
Prima della celebrazione, il Corteo Storico della Città di Norcia ha sfilato per la piazza, rappresentando le sei guaite (gli attuali rioni cittadini): Porta Meggiana, Porta Massari, Porta Orientale, Porta Palatina, Porta Valledonna e Porta Narenula. Erano presenti anche i monaci dell’Abbazia di S. Benedetto in Monte, luogo in cui, la vigilia della festa, il 20 marzo, è giunta la Fiaccola benedettina “Pro pace et Europa una”. Qui, il sindaco della Città, Giuliano Boccanera, ha consegnato il reliquiario del Santo all’abate Benedetto Nivakoff e sono stati celebrati i primi vespri in onore del fondatore del monachesimo occidentale.
La cerimonia è proseguita nella piazza centrale di Norcia con l’arrivo della Fiaccola e l’accensione del tripode davanti alla statua di San Benedetto. Gesti simbolici, ma che, come è stato sottolineato negli interventi, richiamano con forza la costruzione della pace a partire dagli ambienti della vita quotidiana di ciascuno.
L’omelia dell’Arcivescovo
Nell’omelia della solenne concelebrazione del 21 marzo mattina, monsignor Boccardo ha sottolineato l’attualità dell’insegnamento di San Benedetto: “Possiamo affermare veramente che gli esempi della sua vita sono in grado di ispirarci regole pratiche di comportamento? Lo sentiamo attuale, o piuttosto lo consideriamo lontano nel tempo, quasi un monumento antico di cui si ammirano gli eventi che ricorda ma che non esercita alcuna positiva influenza sul nostro modo di pensare e di agire? Le condizioni storiche nelle quali il Santo nursino è vissuto, così come la sua cultura, sono profondamente diverse dalle nostre: è dunque ben normale che il nostro comportamento, nelle forme, sia differente dal suo; ma quanto ai principi non ci dovrebbe essere differenza. Guardiamo dunque a lui per comprendere quali insegnamenti offre a noi, ancora oggi. Immagino che Benedetto ci ripeterebbe l’esortazione del sapiente antico del libro dei Proverbi: ‘Figlio mio, … tendi il tuo orecchio alla sapienza, inclina il tuo cuore alla prudenza, invoca l’intelligenza e rivolgi la tua voce alla prudenza, ricercala come l’argento e per averla scava come per i tesori’. E anche riprenderebbe le parole di San Paolo ai cristiani di Filippi: ‘Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri'”.
L’arcivescovo ha evidenziato come la morale di San Benedetto si fondi su una profonda comprensione dell’uomo, sulla fiducia nelle sue potenzialità e sull’aspirazione a ideali elevati. Ha inoltre sottolineato l’importanza della fiducia nell’aiuto divino e della “simpatia” per il mondo, inteso come natura, scienza, politica, arte e fede.
Monsignor Boccardo ha poi esteso la riflessione al contesto attuale, segnato da conflitti e divisioni: “Viviamo un momento particolarmente difficile: trepidiamo per la situazione in Medio Oriente e assistiamo inorriditi al decollare di aerei carichi di bombe per polverizzare le macerie di Gaza, distruggere gli ospedali da campo, uccidere civili inermi; seguiamo con attenzione quanto avviene nell’Ucraina sottoposta a bombardamenti e attacchi sistematici e guardiamo con speranza alla possibile intesa con la Russia; lamentiamo l’arroganza e la mancanza di dialogo tra i potenti della terra; constatiamo con preoccupazione come le Istituzioni internazionali sono state svuotate di significato e prestigio, a cominciare dall’ONU; diciamo ad alta voce il disappunto per un’Europa che sta scegliendo in modo sconsiderato di riarmarsi e potenziare gli eserciti, quando eravamo convinti di essere finalmente usciti dalla logica della guerra”.
Di fronte a questa situazione, l’arcivescovo ha auspicato la presenza di uomini e donne saggi e coraggiosi, animati da valori forti e portatori di una cultura ricca di umanità, capaci di edificare un’Europa che sia “figlia di una lunga storia comune” e “madre della speranza di un futuro umano”, come ha affermato il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
L’intervento della Presidente Proietti
La presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Stefania Proietti, ha espresso la sua emozione nel partecipare alle celebrazioni benedettine, sottolineando l’importanza di San Benedetto come figura di riferimento spirituale e culturale per l’intera regione. Ha ribadito l’impegno della Regione nel sostenere la ricostruzione di Norcia e delle sue frazioni, assicurando che nessuno sarà lasciato indietro. Infine, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione delle celebrazioni.
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