Sequestrata area sosta camper a Campi di Norcia presidente Pro Loco amareggiato

Sequestrata area sosta camper a Campi presidente Pro Loco amareggiato

Sequestrata area sosta camper a Campi di Norcia presidente Pro Loco amareggiato. Un’area di proprietà della pro loco per la sosta dei camper è stata sequestrata a Campi, una frazione di Norcia. Roberto Sbriccoli, il presidente della pro loco si è detto “amareggiato” dal sequestro. L’area fa parte del progetto ‘Back to Campi’ che ha l’obiettivo di rivitalizzare la frazione duramente colpita dal terremoto del 2016.

Ospita una sorta di tenda e due container sanitari. I carabinieri forestali, coordinati dalla procura di Spoleto, contestano la mancanza delle relative autorizzazioni che non sarebbero mai state concesse dal Comune.

Back to Campi – ha detto il presidente – è un’iniziativa economica nata “dal basso”, perché “dall’alto” nessuno faceva (e continua a fare) un beato nulla. Mi chiedo, semplicemente: possibile che in questo paese funzioni sempre tutto al contrario?

“Oggi sono senza  parole e indosso una maglia speciale, una di quelle per i terremotati, veramente. Spero si risolva presto per gli amici di Campi e del territorio tutto ma per quanto la giustizia possa fare il suo corso, rimarrò impressionato dalla distanza tra chi “comanda e controlla” e chi qui, vive e vuole sopravvivere. FATE VOI LE IMPRESE. FATE VOI LE CASE. FATE VOI GLI ALLOGGI. RIPORTATE VOI I TURISTI E I NON RESIDENTI, poi forse indosserò anche la vostra, di maglietta”. Ha concluso Roberto Sbriccoli.

Claudio Ricci (Consigliere Regionale): L’area di proprietà della Pro Loco, per la sosta dei camper (e quindi il “rilancio” turistico), è stata sequestrata a Campi (Norcia). Era stata realizzata con donazioni, dopo il sisma, e svolgeva servizi in forma gratuita. Non entriamo negli aspetti giudiziari ma è un’altro fatto che sancisce l’urgenza di intervenire sul tema del terremoto nel centro Italia. La situazione è molto grave. Norme troppo complesse e poco chiare. Nessuna certezza sulle risorse “realmente disponibili per cassa” (servono 23 miliardi € più risorse per i danni indiretti e lo sviluppo). Pochi sono i cantieri aperti. Insufficienti i poteri ai Comuni e alle Regioni. Incertezza per la mancanza di una guida nazionale forte e incisiva. Emendamenti di sostegno, dei neo parlamentari, non approvati per carenza di “coperture finanziarie”. Un fallimento. Per fare occorrono risorse certe, leggi semplici, poca burocrazia e responsabili tecnici politici formati e competenti. Il resto sono solo parole ora inutili.

 

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