Fondi Kuwait, Nicola Alemanno critica gestione a Norcia

Alemanno contesta uso donazione per attrezzare ospedale

È scontro a Norcia sull’impiego del milione di euro donato dallo Stato del Kuwait per l’ospedale cittadino. Secondo quanto denuncia l’ex sindaco Nicola Alemanno in una lettera aperta indirizzata alle istituzioni, l’Amministrazione Comunale avrebbe sottoscritto un accordo con la USL2 per impiegare l’intera somma nella fornitura delle attrezzature sanitarie della struttura in fase di ricostruzione, travisando così, a suo avviso, le finalità originarie della donazione.

Durante il Consiglio Comunale del 23 giugno, viene ricordato, era stato sollevato il tema della gestione del contributo estero, ma la discussione non aveva portato a risposte chiare. È stato solo in un secondo momento, secondo quanto emerso da un articolo stampa citato nella stessa missiva, che si sarebbe appreso della formalizzazione dell’accordo tra Comune, Regione, USL2 e Protezione Civile.

Alemanno, che ha seguito in prima persona l’intero iter legato alla donazione del Kuwait mentre era alla guida del Comune, sostiene che la somma donata non debba in alcun modo sostituire le risorse pubbliche già previste per l’equipaggiamento dell’ospedale, ma debba invece servire da supporto per migliorarne la qualità.

Secondo quanto affermato dall’ex primo cittadino, l’accordo attualmente in discussione prevederebbe l’utilizzo integrale del contributo kuwaitiano per acquistare macchinari e apparecchiature già previste nei fondi pubblici, come TAC, ecografi e letti, elementi da sempre inclusi nel corredo tecnico dell’ospedale di Norcia.

Il rischio, evidenzia Alemanno nella sua lettera, è che la donazione venga di fatto “drenata” verso finalità già coperte da obblighi della USL, che secondo la normativa vigente è tenuta a fornire ogni dotazione necessaria al funzionamento della struttura sanitaria, riconosciuta nel 2023 dalla Regione Umbria come Ospedale di Zona Disagiata.

La ricostruzione dell’ospedale – danneggiato dal sisma – è in corso grazie a fondi specifici per un valore di circa 10 milioni di euro. Il termine previsto per la fine dei lavori è stato fissato alla fine del 2025, ma proprio in questa fase cruciale si inserisce la polemica sull’utilizzo del milione donato.

Nel testo, l’ex sindaco sottolinea come la donazione del Kuwait sia stata indirizzata direttamente al Comune di Norcia, e come pertanto sia compito dell’Amministrazione comunale garantirne l’uso corretto, nel rispetto della volontà del donatore e delle esigenze della comunità.

Alemanno riporta che già in passato aveva messo in guardia i rappresentanti istituzionali locali circa l’esigenza di utilizzare quei fondi in aggiunta, e non in sostituzione, a quelli pubblici. Ricorda inoltre di aver sempre informato i vertici sanitari e il Consiglio Comunale, nelle varie sedi pubbliche, sull’indirizzo da mantenere nell’uso della donazione.

Un esempio concreto fornito nella lettera riguarda l’acquisto di una TAC: qualora la USL2 preveda una macchina standard, i fondi kuwaitiani possono servire per migliorarne la qualità. Un simile criterio – afferma – potrebbe essere applicato anche a ecografi, letti e strumentazioni varie, a patto che il finanziamento originario venga rispettato nella sua finalità integrativa.

Il nodo, quindi, riguarda la ridefinizione unilaterale dell’accordo sull’uso del fondo da parte dell’attuale Amministrazione, che secondo quanto riferito non avrebbe informato il Consiglio in merito all’avvenuto impegno con la USL2, né avrebbe spiegato pubblicamente i contenuti della convenzione.

La motivazione, ritenuta “pretestuosa” da Alemanno, sarebbe legata al fatto che nel testo dell’intesa non fosse specificato in modo letterale che i fondi sarebbero serviti solo ad affiancare, e non a sostituire, le risorse pubbliche. Una giustificazione giudicata irrilevante dallo stesso ex sindaco, che evidenzia come tale principio fosse sempre stato chiaro e condiviso.

A margine della sua lunga e articolata esposizione, Alemanno rivolge infine un appello al sindaco in carica, Giuliano Boccanera, affinché riconsideri la posizione assunta e valuti le conseguenze delle decisioni prese, non solo in termini tecnici ma soprattutto rispetto alla fiducia dei cittadini.

L’ex sindaco chiarisce inoltre che per un anno ha mantenuto il silenzio per rispetto dell’esito elettorale e della dialettica istituzionale, lavorando all’interno del Consiglio Comunale con spirito costruttivo. Tuttavia, l’evoluzione dei fatti – spiega – lo ha costretto a rompere il silenzio e a esporsi pubblicamente per difendere, a suo dire, la correttezza amministrativa e la volontà originaria del donatore internazionale.

La questione della donazione del Kuwait si inserisce in un contesto più ampio di ricostruzione post-sisma, in cui la gestione trasparente e conforme dei fondi diventa centrale. Le risorse provenienti da Stati esteri – come in questo caso – sono spesso accompagnate da vincoli morali e istituzionali, il cui mancato rispetto potrebbe generare tensioni non solo interne, ma anche diplomatiche.

Il timore espresso è che, con l’uso attuale dei fondi, l’intera somma venga sottratta al controllo comunale e utilizzata per adempiere a obblighi che già spettano alla struttura sanitaria regionale, creando quindi un corto circuito tra enti e violando lo spirito della donazione.

Inoltre, l’eventuale utilizzo improprio dei fondi potrebbe dare adito a contestazioni formali, fino a configurare, in ipotesi, un uso distorto di fondi pubblici – tema sul quale l’ex sindaco richiama esplicitamente l’attenzione.

Il tempo per intervenire, osserva Alemanno, è ora, con la struttura in via di ultimazione e l’opportunità concreta di incidere sulla qualità delle dotazioni tecniche che saranno disponibili al momento dell’apertura.

L’appello è a un ripensamento urgente delle scelte compiute, affinché la donazione mantenga la sua funzione originaria: rafforzare e non sostituire le risorse pubbliche, migliorando la qualità delle cure e dei servizi offerti ai cittadini nursini.

La vicenda rimane al centro del dibattito politico locale, con ripercussioni istituzionali che potrebbero influenzare non solo la fase conclusiva della ricostruzione ospedaliera, ma anche il rapporto fiduciario tra la cittadinanza e le istituzioni comunali e sanitarie.

Nel frattempo, non è escluso che la questione possa essere oggetto di approfondimenti a livello regionale o nazionale, vista la natura internazionale del finanziamento coinvolto e l’importanza del corretto utilizzo delle risorse in ambito sanitario pubblico.

Resta da vedere se il Comune di Norcia fornirà risposte ufficiali in merito alla vicenda, se verrà convocato un nuovo Consiglio per chiarire la posizione istituzionale o se vi saranno sviluppi formali nella gestione dei fondi destinati all’ospedale.

Nel frattempo, la posizione dell’ex sindaco è netta: difendere il principio che le donazioni esterne debbano servire a migliorare, non a supplire, e che il Comune debba rimanere garante e custode di un atto di solidarietà internazionale che non può essere banalizzato né piegato a logiche amministrative non condivise.

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