
Indagini del Nucleo Forestale, casa su area vincolata
Quattro residenti di Cascia sono stati denunciati al termine di un’articolata operazione condotta dal Nucleo Carabinieri Forestale della cittadina umbra. L’indagine, avviata nell’ambito dei controlli sul territorio, ha permesso di accertare una serie di reati che spaziano dall’abuso edilizio al falso ideologico, fino alla resistenza a pubblico ufficiale.
L’intervento degli uomini del Nucleo Forestale ha avuto origine dall’individuazione di un fabbricato ad uso civile, recentemente costruito su un’area soggetta a uso civico riconosciuto in favore della locale Comunanza Agraria. L’edificazione, come rilevato nel corso delle verifiche, è avvenuta in assenza delle necessarie autorizzazioni previste per i terreni sottoposti a tale regime vincolistico.
Nel corso delle indagini, condotte con un’attenta analisi della documentazione urbanistica e progettuale, sono state rilevate numerose violazioni della normativa edilizia vigente. I carabinieri forestali hanno accertato che il progettista incaricato della redazione e presentazione delle pratiche edilizie aveva omesso, in più occasioni, di segnalare la presenza di vincoli, in particolare l’uso civico e il vincolo idrogeologico, nelle asseverazioni allegate alle richieste di Permesso di Costruire.
Tali omissioni hanno compromesso la validità dei titoli autorizzativi rilasciati dal Comune di Cascia, che sono risultati viziati da dichiarazioni mendaci. Le autorizzazioni, considerate nulle in quanto basate su documentazione falsa o incompleta, rendono di fatto il fabbricato totalmente abusivo.
Il Nucleo Forestale ha quindi contestato a vario titolo i reati di abuso edilizio, falso ideologico in certificazioni e falso ideologico in atto pubblico commesso da privato. Particolare attenzione è stata posta anche al comportamento del proprietario dell’immobile, il quale, durante un sopralluogo ufficiale, ha opposto resistenza e tenuto un atteggiamento ostile nei confronti dei militari, con il chiaro intento di ostacolare le attività ispettive. Questo comportamento gli è valso una ulteriore denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.
Coinvolta nell’indagine anche la ditta incaricata della costruzione del fabbricato, che, secondo gli inquirenti, avrebbe operato in piena consapevolezza della situazione irregolare legata al sito di edificazione.
Alla luce degli elementi raccolti, i soggetti coinvolti nell’operazione rischiano pesanti conseguenze sul piano penale e amministrativo. Le sanzioni previste comprendono ammende fino a 51.645 euro e pene detentive fino a due anni. Oltre a ciò, l’intero immobile abusivo potrebbe essere sottoposto a provvedimento di demolizione, secondo quanto previsto dalla normativa in materia urbanistica.
L’area in questione, come emerso dalla documentazione ufficiale e dalla ricostruzione effettuata dai militari del Nucleo Forestale, è sottoposta a particolari tutele sia ambientali che giuridiche. Il regime degli usi civici garantisce infatti alle collettività locali il godimento collettivo e perpetuo di determinate superfici territoriali, tutelate dalla legge per evitare privatizzazioni o alterazioni non autorizzate.
La presenza di vincoli idrogeologici, inoltre, impone ulteriori limiti alla trasformazione del territorio, a tutela dell’equilibrio ambientale e della sicurezza pubblica. La realizzazione del fabbricato, secondo quanto accertato, è dunque avvenuta in palese contrasto con le norme a salvaguardia del patrimonio collettivo e dell’assetto del territorio.
L’attività del Nucleo Carabinieri Forestale di Cascia rientra in un più ampio programma di monitoraggio e tutela del territorio rurale e montano dell’Umbria. Gli accertamenti in questione hanno messo in luce un caso emblematico di elusione delle normative vigenti, con gravi ripercussioni in ambito edilizio, paesaggistico e amministrativo.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriori responsabilità e valutare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella filiera decisionale e operativa che ha portato alla costruzione dell’edificio. Le autorità competenti stanno inoltre valutando l’adozione di provvedimenti a tutela dell’interesse pubblico, incluso il ripristino dello stato dei luoghi e il risarcimento dei danni ambientali eventualmente causati.
Il caso di Cascia pone nuovamente l’accento sulla necessità di un attento controllo del territorio, sulla trasparenza delle pratiche edilizie e sull’importanza di salvaguardare i beni comuni. Il rispetto della legalità e la corretta gestione del patrimonio collettivo restano principi fondamentali nella difesa del paesaggio e della legalità istituzionale.
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