
Dopo la protesta di oggi a Norcia, si impongono alcune riflessioni NORCIA – La gente è stremata, ha freddo, ha paura, è insoddisfatta. Ci sono altre descrizioni? Bene, mettetecele. “Lo so che queste parole faranno incazzare un sacco di persone – dice una ragazza – , ma in questi giorni se ne sono sentite davvero di tutti i colori”. La protesta, checché se ne dica, molto veemente. Pare proprio che, ai più, sfugga un dato sociale ed è quello che ci ha focalizzato un docente in pensione. “Se le famiglie giovani non tornano a Norcia – spiega il nostro interlocutore, che vuole rimanere anonimo – chi si occuperà di ridare vita alla Città, per chi sarà, quando sarà, la ricostruzione, chi si preoccuperà di tornare a lavorare”.
Tra il commosso e l’arrabbiato, dice anche che un considerevole numero di piccoli studenti, per effetto del fatto che le famiglie sono state trasferite, non andrà a scuola in città lunedì mattina. “Le aziende riapriranno? – chiede -, Norcia, di fatto, non esiste più. Va bene che chi è anziano sia collocato al Trasimeno, oppure chi ha qualche problema di natura fisica. Ma chi sta bene, che rappresenta la forza lavoro del territorio, deve stare a Norcia. Nel caso contrario, la città non si riprenderà, a prescindere da ciò’ che sarà fatto”.
Nella discussione tra noi e questa persona, interviene la moglie.
“La città – afferma quasi urlando – ha le sue radici culturali, religiose, artistiche e non basta pensare a tutto questo e alla ricostruzione, bisogna pensare alle relazioni tra le persone, ciò che è stato il valore aggiunto di questa Terra, San Benedetto”. L’azione, si invoca quindi, deve essere congiunta, C’è la necessità, quindi, e questo nonostante siano passati non molti giorni dai terribili fatti del 30 ottobre, di avviare processi di “riaggregazione sociale“.
E un approfondimento si impone, quasi un forum permanente, su quella che sarà la Norcia di domani. Terremoti del genere, ripetuti negli anni, portano a delle trasformazioni sociali incredibili.
Il sisma del 79 trasformò Norcia da realtà rurale in area turistica e quindi più ricca. Domani? Cosa e chi sarà Norcia? Non deve certo diventare un “villaggio turistico“, dove venire a trascorrere un po’ di ferie d’estate.
Commenta per primo