
Mostra Lumen, Norcia, opere di Gianluca Murasecchi Domenica scorsa, presso il Criptoportico Romano di Porta Ascolana a Norcia, è stata inaugurata la mostra “Lumen” dell’artista spoletino Gianluca Murasecchi, a cura di Claudia Bottini e Alessia Vergari. Alla cerimonia erano presenti il sindaco e l’assessore alla cultura del Comune, Nicola Alemanno e Giuseppina Perla, la direttrice del Circuito Museale nursino Maria Angela Turchetti e gli ideatori della manifestazione “Viaggiatori sulla Flaminia”, Franco Troiani e l’arch. Emanuele De Donno. L’esposizione, infatti, che realizza un forte e vivo dialogo con i reperti archeologici del Criptoportico romano, attraverso forme archetipe e indagini fotografiche, permetterà al Museo La Castellina di Norcia di partecipare alla nona edizione di questa manifestazione.
Il criptoportico, e il sovrastante portico, databili tra I sec. a.C. e I sec. d.C., è costituito da una galleria sotterranea, coperta da una volta a botte, in parte ancora praticabile, mentre il portico superiore, pavimentato in cocciopisto, si trova in quota col piano di calpestio attuale. Restaurato nei primi anni 2000, per la prima volta ospita opere d’arte contemporanea. L’esposizione “Lumen”, patrocinata dal Comune di Norcia in collaborazione con “Viaggiatori sulla Flaminia” e ADD-art edizioni, consiste in un gruppo di opere policrome in aperta continuità con il gusto romano, per la colorazione delle forme tridimensionali. Le opere poste al piano superiore suggeriscono liberamente il fascino per forme archetipiche non collocabili esattamente nel tempo. E i gruppi del ciclo “Archeologos” rispondono a questa stessa necessità di relazione allargata.
“Anche le indagini fotografiche contenute nella raccolta denominata “Iter” – fanno sapere dal Museo – si collocano in questa traccia, ponendo in essere un tentativo di enigma della visione, in quanto l’utilizzo da parte dell’autore dell’esposizione di vetri molati o smerigliati posti di fronte all’obiettivo fotografico ha tramutato le immagini in luoghi o elementi di riconoscibile matrice ma trasfigurati in moltiplicazioni di elementi che trasformano la forma rendendola altro da sé. Il chiaro punto d’origine di riflessione è il San Salvatore di Spoleto (presente anch’esso nelle immagini interpretate) edificio in cui una ricombinazione di elementi, e una superfetazione di creativo riassemblaggio, ha trasformato tali reperti di architettura romana in un unicum fondante che ha poi generato importanti e affascinanti meditazioni ed evoluzioni artistiche e architettoniche successive.
Per permettere un incontro diretto con i contenuti dei materiali lapidei del Criptoportico e non solo di esso, si è poi riflettuto sulla trasposizione autografa su carta di epitaffi di importanti autori latini nonché delle diciture presenti nella collezione del Museo, in modo che, in forma di lettera, i visitatori possano prelevare e quindi conservare un manoscritto e così avvicinarsi meglio all’alto spirito poetico e struggente di tale pregevole forma letteraria”.
Nella parte sottostante del Criptoportico, le relazioni con il mondo romano proposte spaziano dal richiamo della tragica vicenda di Laocoonte, con l’opera Porcete e Caribea (la quale intende evocare l’enorme suggestione della cultura greca per il mondo romano), alla questione della percezione esistenziale della tradizione pagana con Transitus (l’opera Transitus intende suggerire il dissolvimento dell’anima nell’attimo della morte tema molto proposto dai pensatori epicurei), mentre l’opera Lumen è dedicata alle sacre Vestali romane incarnanti la parte centrale delle virtù propriamente romane, ed infine De Rerum Natura memoria espressa delle figure sdraiate nei manufatti fittili delle urne cinerarie, anch’esse peraltro contenute nella collezione del Museo e parallela visione placida e consapevole al cospetto della natura già così ben espressa da Lucrezio.
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