
Lisci (Pd): “Devasterebbero il territorio, servono regole”
Sant’Anatolia di Narco, 14 agosto 2025 – Forti critiche e una netta presa di posizione contro i progetti “Energia Montebibico” ed “Energia della Valnerina” che prevedono l’installazione di 16 pale eoliche alte oltre 200 metri tra i comuni di Spoleto, Vallo di Nera, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino e Ferentillo. Lo ha ribadito il consigliere regionale Stefano Lisci (Pd) durante un incontro pubblico a Sant’Anatolia, al quale hanno partecipato anche diversi sindaci e cittadini.
“Sono delle vere e proprie mostruosità – ha dichiarato Lisci – che non porterebbero benefici al territorio, ma solo danni permanenti al paesaggio, all’ambiente e alle attività agricole.” L’incontro ha visto unanime contrarietà da parte degli amministratori locali, tra cui i sindaci Tullio Fibraroli (Sant’Anatolia), Agnese Benedetti (Vallo di Nera), Elisabetta Cascelli (Ferentillo), Fabio Dottori (Scheggino) e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti (in videocollegamento), oltre a rappresentanti di comitati, tecnici e cittadini.
Lisci ha spiegato che in Seconda Commissione regionale è in corso la stesura di una legge sulle aree idonee alla produzione di energia da fonti rinnovabili, su proposta dell’assessore Thomas De Luca, che mira a coniugare autonomia energetica e tutela del territorio. “Siamo a favore delle rinnovabili, ma devono essere realizzate in aree già compromesse, non distruggere paesaggi e comunità locali”.
In particolare, il progetto “Energia della Valnerina”, che interessa le aree di monte Galenne e monte Pianciano, prevede la costruzione di 8 pale, 5 delle quali all’interno di una storica azienda agricola spoletina con 400 capi di bestiame, mettendone a rischio la sopravvivenza.
Tra le criticità ambientali evidenziate: scavi di grandi dimensioni, cementificazione, piazzole di stoccaggio, impatto sulle attività agricole e problematiche legate alla dismissione degli impianti. Inoltre, non sarebbero stati adeguatamente considerati i vincoli paesaggistici, sismici e idrogeologici, oltre alla presenza di aree archeologiche come il castelliere di monte Pianciano, e le difficoltà logistiche di trasporto dei materiali.
Le osservazioni contrarie al progetto possono essere presentate fino al 20 agosto, e secondo Lisci, rappresentano un’occasione concreta per fermare un intervento che “non tiene conto della realtà locale né delle esigenze della comunità”.
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