Corte di Cassazione sequestro Centro Boeri, ancora nessuna decisione

Dopo cinque anni e mezzo il PalaBoeri di Norcia è tornato al Comune

Corte di Cassazione sequestro Centro Boeri, ancora nessuna decisione I giudici della Suprema Corte di Cassazione si sono presi qualche giorno di tempo prima di pronunciarsi in relazione al ricorso di dissequestro presentato dal Comune di Norcia per il Centro Boeri. “In camera di consiglio – spiega l’avvocato del comune nursino, Massimo Marcucci – si è discusso prevalentemente su due concetti chiave: la temporaneità e la precarietà dell’ opera.

“Abbiamo esposto i fatti – aggiunge – evidenziando come il centro sia stato realizzato per soddisfare in particolare l’ esigenza di creare un nuovo Coc, il Centro operativo comunale da attivare in caso di nuove emergenze. Inoltre – continua – il cosiddetto PalaBoeri era stato individuato anche come sede dove svolgere il consiglio comunale, dato che il municipio di Norcia è inagibile da quasi due anni, oltre che essere un centro aggregativo per la comunità locale”.

Il centro polivalente “Norcia 4.0” era stato posto sotto sequestro a marzo scorso, su richiesta della procura della Repubblica di Spoleto, portando anche all’ iscrizione sul registro degli indagati il sindaco Nicola Alemanno e l’architetto Boeri in qualità di direttore dei lavori. A entrambi i magistrati contestano la violazione della normativa edilizia per la realizzazione del centro “in assenza del necessario permesso a costruire e dell’ autorizzazione paesaggistica”.

L’istanza di dissequestro, lo ricordiamo, era stata presentata dal Comune di Norcia su quello che era il centro progettato da Boeri, grazie ai fondi di “Un aiuto subito terremoto centro Italia” di Corriere della Sera e TgLa7.

I magistrati spoletini, a entrambi gli indagati, contestano la violazione della normativa edilizia per la realizzazione del centro “in assenza del necessario permesso a costruire e dell’ autorizzazione paesaggistica”.

Prima del PalaBoeri, sempre con le stesse motivazioni, la magistratura spoletina si era occupata di “Casa Ancarano” arrivando anche qui a sigillare il centro polivalente in costruzione ed emettendo tre avvisi di garanzia nei confronti ancora del sindaco Alemanno, del presidente della Pro loco della frazione nursina e del direttore dei lavori. Per questo procedimento si è già avviato il processo presso il tribunale di Spoleto, la prossima udienza è fissata per il 23 ottobre 2018.

«Si tratta – dice l’avvocato del Comune – di una pratica molto delicata e soprattutto che riguarda una una questione giuridicamente interessante in quanto si discute del carattere di temporaneità delle opere in funzione delle caratteristiche costruttive».

In felice sintesi di concetto, secondo il tribunale di Spoleto, il fatto che la struttura abbia delle caratteristiche costruttive di “solidità” non la farebbe, secondo il Tribunale di Spoleto, fra quelle tipologie costruttive a carattere “precario”. Le costruzioni precarie, secondo il testo unico dell’edilizia dell’urbanistica, sono quelle che vanno a sopperire ad una esigenza di “temporaneità” e quindi ristretta nel tempo e a carattere rimovibile.

L’esempio più banale che si può fare è quello che riguarda un capanno ricovero per la legna in inverno. Finito il tempo che serve viene rimossa e si lega, quindi, ad una esigenza di temporaneità.

«Qui – spiega il lagale – non si parla della precarietà dell’opera, ma della temporaneità della stessa. E la temporaneità – fa rilevare – a nostro giudizio è in funzione, non alla metodologia costruttiva dell’opera, ma proprio al carattere di temporaneità del centro stesso. Il Boeri ha la funzione di Municipio, ha la funzione di Teatro Civico e di luogo di aggregazione e rappresenta, quindi, l’unico luogo di aggregazione dopo che gli immobili pubblici ed ad uso pubblico sono stati distrutti»

Il legale è molto chiaro in questo, è una struttura che “serve a sopperire all’emergenza e questo a prescindere da come è stata costruita”.  è consapevole Massimo Marcucci che è una sua interpretazione: “Siamo andati in Cassazione proprio affinché si dirima questo problema”.

Il nocciolo quindi è: “Io ho realizzato un’opera che è sì stabile , ma che è temporanea perché dopo che i luoghi, come il municipio, il teatro e altri, saranno stati recuperati e ricostruiti.  La funzione del manufatto è, quindi, temporanea ed è in relazione alla situazione di emergenza. Vincolato, inoltre, alla precarietà che in edilizia non modifica il territorio, da quanto ci è dato a capire, perché andrà smontata.

Di fatto, se la sentenza sbloccasse il Boeri, si creerebbe un precedente che potrebbe riguardare anche altre regioni.

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