Edifici Erp più sicuri grazie alla valutazione del rischio sismico

I risultati di una serie di studi sulla vulnerabilità sismica degli edifici di edilizia residenziale pubblica

Edifici Erp più sicuri grazie alla valutazione del rischio sismico

Edifici Erp più sicuri grazie alla valutazione del rischio sismico

NORCIA – Un confronto a tutto tondo sulla vulnerabilità e sul rischio sismico degli edifici di edilizia residenziale pubblica. E’ quanto è stato organizzato Federcasa e Isi (Associazione di ingegneria sismica italiana), con la collaborazione di Ater Umbria, a Norcia, sede che rappresenta una scelta significativa e solidale nei confronti di un territorio fortemente colpito duramente dagli ultimi eventi sismici. Titolo: “Patrimonio edilizio e rischio sismico, necessità di conoscenza, possibilità d’intervento nell’Erp”.

Grazie alla collaborazione tra Federcasa e Isi, avviata nel 2016, è stata prodotta un’indagine su scala nazionale sulla vulnerabilità sismica di tutto il patrimonio Erp, all’interno di un articolato programma di studio per analizzare la vulnerabilità sismica degli edifici gestiti dalle Aziende Casa, nelle zone a maggior rischio sismico (1,2 e 3) e una provvisionale stima del costo per incrementare la sicurezza sismica dell’intero patrimonio a rischio. Tema approfondito nel corso dell’incontro da Luca Talluri, Presidente di Federcasa, e Luca Ferrari, Presidente di Isi: “Federcasa è da sempre attenta al tema della sicurezza sismica e della sostenibilità in tutte le sue declinazioni – ha affermato Talluri – il Censimento Istat 2011 rileva complessivamente 791.292 alloggi di edilizia residenziale pubblica in Italia, l’80% dei quali sono localizzati in zone sismiche. Lo studio Federcasa – Isi ha raccolto dati e informazioni di dettaglio per 190.357 alloggi per un totale di 20.448 edifici, che rappresento il 29,7% del totale gestito nelle zone sismiche.

Il costo per incrementare la sicurezza sismica del complesso degli edifici gestiti dalle Aziende Casa (pari a circa 68.800), è stimato in un valore compreso tra 10,5 e 19 miliardi di euro. Diversamente, le risorse necessarie per un programma di lungo periodo che interessi il miglioramento o adeguamento sismico dei soli edifici di proprietà esclusiva delle Aziende Casa, pari a circa 33 mila edifici, ammontano complessivamente ad un valore stimato compreso tra 5 e 10 miliardi di euro. Un programma pluriennale di adeguamento e miglioramento sismico che intervenga a partire da quelli maggior rischio, è certamente di più rapida esecuzione ed impegna risorse notevolmente più limitate”. “L’analisi della vulnerabilità sismica è stata integrata con uno strumento tecnico/operativo – Abaco degli interventi strutturali – ha spiegato Luca Ferrari, Presidente di Isi- che individua 30 tecnologie di intervento innovative per l’adeguamento e il miglioramento sismico degli edifici esistenti e per ciascuna pone in evidenza le metodologie di calcolo, le voci di capitolato d’appalto, i controlli di qualità e di cantiere, la valutazione costi/benefici”.

Ater Umbria in tempi precedenti l’ondata sismica in Umbria, stipulò un accordo con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, che ha prodotto un monitoraggio puntuale sugli immobili dell’Azienda, trattati come oggetto di studio, dal punto di vista scientifico, didattico e sperimentale, in modo da conoscere l’evoluzione nel tempo del comportamento strutturale dei beni di particolare importanza storico-architettonica. “Questo accordo è importante – ha affermato Alessandro Almadori, Presidente di Ater Umbria – ci permetterà di classificare gli edifici ad alto rischio e pianificare gli interventi”. Il gruppo di lavoro, coordinato dal Professore Filippo Ubertini, con la supervisione del Professore Annibale Luigi Materazzi, ha censito sino ad ora 45 edifici su un campione di 70, rilevando informazioni essenziali ai fini della valutazione della vulnerabilità simica degli stessi ed alla loro successiva assegnazione a classi di rischio, per la classificazione delle costruzioni a cui fa riferimento anche il cosiddetto “sismabonus”. “In particolare – ha concluso Almadori – ogni singolo edificio viene schedato tramite l’esame della documentazione di progetto disponibile presso gli archivi di Ater e a seguito di sopralluoghi di personale universitario qualificato. Ater sta avviando la progettazione per la ricostruzione o riparazione di 26 edifici di sua proprietà e nelle zone del cosiddetto ‘cratere’, grazie ad un finanziamento di 20 milioni di euro da parte del Governo”.

L’incontro è stato inserito in una tre giorni di approfondimenti caratterizzati dall’Assemblea nazionale di Federcasa a Spoleto ed incontri sul tema tra i vertici nazionali delle Ater italiane. Altra novità che riguarda la nostra regione, l’inserimento di Foligno in Casa Italia. La città della quintana è stata scelta come campione, in un gruppo di dieci, per ospitare uno dei progetti sperimentali del Gruppo G124 di Renzo Piano che adotterà metodi progettuali e diagnostici innovativi, e non invasivi per le persone, con l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità sismica degli edifici. Di questo ha parlato Alessandro Balducci, Professore Ordinario di pianificazione e politiche urbane al Politecnico di Milano, membro del Cts, che ha rimarcato come Casa Italia, che prevede uno stanziamento di 25 milioni di euro, per la sperimentazione volta alla riduzione della vulnerabilità degli edifici di residenza pubblica, sia una grande opportunità per i territori, soprattutto quelli, come l’Umbria, ad alta caratterizzazione sismica: “L’obiettivo – ha spiegato – è dimostrare che si può fare miglioramento sismico con tecnologie costruttive avanzate senza che tali operazioni siano invasive per i residenti. A Foligno è stata individuata una palazzina dove sperimentare tali tecniche e le persone non saranno costrette a lasciare i loro alloggi. Il progetto è di più ampio respiro e prevede altre attività come l’istituzione di un laboratorio di cantiere, la formazione dei tecnici e un forum di divulgazione. L’avvio sarà a settembre con un workshop locale per concludersi entro il prossimo anno”. I dieci cantieri pilota saranno presto avviati in tutto il Paese. Foligno è l’unica città umbra ad essere stata scelta, tra realtà ben più grandi e capoluoghi di provincia. Le altre nove sono: Reggio Calabria, Isernia, Gorizia, Sulmona, Piedimonte Matese, Sore, Feltre e Catania.

L’incontro di Norcia è stato organizzato sotto il patrocinio della Regione Umbria, Comune di Norcia e Ordine degli Architetti della Provincia di Terni. A fare i saluti istituzionali è stato il Sindaco di Norcia Nicola Alemanno: “La nostra comunità – ha affermato – è stata duramente colpita, contrariamente alle prime scosse del 24 agosto del 2106, poco dopo, a fine ottobre, gran parte degli edifici sono stati fortemente danneggiati se non distrutti dal sisma. La presenza di tecnici ed esperti nella nostra città oggi, rafforza il messaggio che vogliamo dare all’esterno, cioè che a Norcia la vita è ripartita. Per questo ringraziamo anche Ater che consegnerà una nuova palazzina alla nostra città”.

Tra i relatori: Fabio Freddi, dell’Università di Warwick, Franco Daniele, Isi sezione Nuove Tecnologie, Claudio Di Angelo Antonio, Dirigente area tecnica Federcasa, Chiara Passoni, PhD Università di Bergamo, il Professore Andrea Dall’Asta, del Comitato Scientifico Isi, Università di Camerino. Nel pomeriggio Filippo Ubertini, Professore Associato di tecnica delle costruzioni dell’Unipg, presenterà i risultati preliminari di un’indagine a campione sulle caratteristiche strutturali inerenti la vulnerabilità sismica degli edifici di proprietà di Ater Umbria, frutto di una collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dello stesso Ateneo. Inoltre interverranno: Silvia Bonetti, Paolo Segala, Andrea Barocci, Luigi Griggio e Corrado Prandi dell’Isi

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